Presentazione mostra Budapest

Laboratorio di Arteterapia Modulo DSM Caltagirone-Palagonia
Opere di:
AGNONE PAOLO, CANNILLA MARIOLINA, CANNILLA ROMINA, CONA GIUSEPPE, CROCELLA’ GIUSY, D’AVOLA MARIELLA, DI GIACOMO STEFANO, ENZO, MIGNEMI ALBERTO, PORCELLI GIOVANNI, RUSSO FRANCESCO, ERBA ROBERTO, SCIRE’ GIUSEPPE, VINCIGUERRA ANTONINO, GALVAGNO CARMELO
in mostra alla Galleria d’Arte Moderna “ Tart Kapu Galeria”
H-1092 BUDAPEST, HOGYES EBDRE U.2. 18-20 Settembre 2014


Le opere esposte si collocano nel filone denominato per primo da Jean Dubuffet “Art Brut” e, successivamente, da altri autori detta anche “Outsider Art” o “Arte Necessaria”. Le caratteristiche di quest’arte sono rappresentate dal fatto che gli autori non hanno avuto una educazione artistica, ma dipingono e creano spinti da un bisogno, da una necessità interiore. L’Art Brut nasce nelle istituzioni totali, manicomi-ospedali psichiatrici e carceri, per questo era detta anche arte dei folli, e inizialmente non le veniva riconosciuta una dignità artistica. Fu Jean Dubuffet che per primo le riconobbe un valore artistico, motivo per cui raccolse una vasta collezione di opere dai vari ospedali psichiatrici d’Europa e da altre istituzioni e creò a Losanna il famoso Museo dell’Art Brut. Oggi unanimamente viene riconosciuto il valore artistico a molte delle opere che si collocano in questo filone. In Italia i manicomi sono stati chiusi, grazie al lavoro e al grande impegno di Franco Basaglia e di tutti quegli operatori che hanno operato con lui, per riformare l’assistenza psichiatrica italiana e darle un’organizzazione più scientifica e umana, che sappia: riconoscere i bisogni frustrati e inevasi che stanno dietro alla malattia /sofferenza; dare una risposta più adeguata evitando così di rinchiuderli in luoghi da dove non sarebbero più usciti con la scusa della gravità della malattia. Oggi noi sappiamo che la malattia mentale è curabile, guaribile e si può prevenire. La chiusura dei manicomi ha eliminato la sofferenza causata dall’Istituzionalizzazione, ma non poteva eliminare la sofferenza connessa alle gravi problematiche sociali, familiari ed esistenziali. Il salto di qualità nell’assistenza al disagio e alla malattia mentale sta nel fatto che il nuovo luogo dove avviene la presa in carico e dunque la cura è il territorio e non l’istituzione chiusa. Il territorio è il luogo dove tutti noi viviamo e costruiamo la nostra storia e, in caso di crisi o malessere, è nello stesso territorio che si possono e si devono trovare le risorse della cura. Questo ora avviene normalmente nella nostra operatività quotidiana. Le opere pittoriche quì esposte sono un misto di linguaggio astratto e figurativo ed esprimono da un lato fantasie e desideri di mondi immaginari, diversi, e dall’altro angosce e paure che immobilizzano e attivano meccanismi di difesa che portano a nascondersi, a non emergere, a non farsi riconoscere e rimanere così in anonimato. Questo aspetto dell’esclusione rappresenta l’altra faccia dei processi di globalizzazione che stimolano e allargano la comunicazione tra mondi lontani,sconosciuti che così, grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, possono conoscersi e interagire. Appare non privo di significato che gli autori di queste opere siano giovani che vivono sulla propria pelle le contraddizioni della nostra epoca e più o meno inconsciamente le rappresentano con un linguaggio pittorico caratterizzato da uno stile elegante e raffinato nei materici e vividi cromatismi, capace di trasmetterci con efficacia le sensazioni e i sentimenti che li hanno ispirati.

Caltagirone, 25 Agosto 2014